Il sistema sanitario italiano sta vivendo un momento di sviluppo cruciale. La trasformazione in corso, infatti, punta a rendere la cura più accessibile, efficace e personalizzata grazie al digitale.
L’eHealth in Italia, tra sfide da affrontare ed opportunità da cogliere, inizia però a mostrare i primi segni tangibili di cambiamento: importanti investimenti derivanti dal PNRR, strumenti innovativi come la Telemedicina, l’Intelligenza Artificiale e la digitalizzazione dei dati stanno aprendo nuove strade per affrontare le sfide di un sistema sotto pressione, con un’utenza sempre più esigente e bisognosa di servizi rapidi e integrati.
Indice degli argomenti
Non solo tecnologia
Non si tratta solo di tecnologia, ma di un nuovo modo di pensare l’assistenza, in cui il paziente diventa protagonista attivo e i professionisti sanitari possono contare su strumenti sofisticati per migliorare diagnosi, terapie e follow-up.
Sebbene la diffusione di questi servizi sia ancora limitata, i dati più recenti dell’eHealth in Italia mostrano un crescente interesse e un potenziale inespresso che potrebbe trasformare radicalmente l’organizzazione e l’erogazione delle cure.
Tuttavia, il percorso verso una sanità digitale pienamente operativa è ancora lungo e complesso, segnato da barriere organizzative, culturali e infrastrutturali che richiedono un impegno coordinato e continuo – ha spiegato Mattia Olive, Ricercatore Osservatori Digital Innovation, al convegno organizzato dall’Osservatorio Sanità Digitale del Politecnico di Milano.
eHealth in Italia e Telemedicina
La Telemedicina rappresenta uno dei cardini dell’eHealth in Italia, specialmente in relazione all’assistenza territoriale e domiciliare. Nonostante ciò, l’utilizzo dei servizi di telemonitoraggio, televisita e teleassistenza da parte dei pazienti, soprattutto con patologie croniche, rimane ancora contenuto. Solo una minoranza di pazienti utilizza regolarmente tali strumenti, ma ben 8 su 10 manifestano interesse a farlo nel prossimo futuro.
Dal punto di vista dei professionisti sanitari, la televisita è stata adottata nel 36% dei casi tra gli specialisti e nel 52% tra i medici di famiglia.
Il telemonitoraggio è utilizzato dal 30% degli specialisti e dal 46% dei medici di base, mentre la teleassistenza, legata soprattutto al ruolo infermieristico, è meno diffusa.
Sebbene i dati non mostrino un incremento significativo rispetto all’anno precedente, si registra una crescente consapevolezza dell’arrivo delle piattaforme digitali previste dal PNRR: l’80% degli specialisti e il 68% dei medici di famiglia ne sono al corrente.
L’uso della telemedicina è più frequente tra i professionisti del territorio rispetto a quelli ospedalieri, ma resta sporadico anche in questo contesto, con una scarsa integrazione nella pratica clinica quotidiana.
Le strutture sanitarie hanno iniziato a implementare servizi di televisita (39%) e telemonitoraggio (34%), ma una parte rilevante è ancora in fase sperimentale o di avvio.
In alcune realtà, inoltre, si utilizzano ancora strumenti non dedicati, mentre in quasi il 20% delle strutture non è possibile raccogliere dati dai sistemi di telemedicina, un limite significativo per la qualità e l’efficacia del servizio.
Criticità e opportunità per la Telemedicina
L’aspetto organizzativo è critico: la televisita rappresenta meno dell’1% delle prestazioni totali, e in quasi la metà delle strutture non sono stati istituiti ruoli dedicati alla gestione tecnologica, necessari per garantire il corretto funzionamento e l’adeguamento alle normative. Questa situazione evidenzia una fase di maturazione ancora iniziale, in cui la tecnologia non è pienamente integrata nei processi clinici e assistenziali.
Nonostante le criticità, i primi impatti positivi sono già percepibili: la telemedicina, infatti:
- consente di ridurre gli spostamenti per pazienti con difficoltà motorie o che vivono in aree remote;
- velocizza lo scambio di documenti clinici;
- favorisce un maggiore empowerment del paziente nella gestione della propria salute.
Inoltre, il teleconsulto rafforza la collaborazione interdisciplinare tra professionisti, facilitando una presa in carico multidisciplinare più efficace.
Il ruolo strategico dei dati e dell’intelligenza artificiale per l’eHealth in Italia
L’evoluzione dell’eHealth in Italia non può prescindere dall’utilizzo strategico dei dati e dall’integrazione dell’intelligenza artificiale nel Servizio Sanitario Nazionale. I dati clinici, raccolti in modo sempre più strutturato attraverso sistemi digitali, rappresentano infatti una risorsa fondamentale per migliorare la personalizzazione delle cure e ottimizzare le risorse.
L’Intelligenza Artificiale, a sua volta, sta iniziando a fornire strumenti per supportare i processi decisionali clinici e organizzativi, facilitando l’analisi di grandi moli di dati per individuare pattern, prevedere esiti e migliorare l’efficienza.
L’AI consente, inoltre, di rafforzare la continuità assistenziale, favorendo un approccio più integrato e centrato sul paziente in linea con il modello del patient journey.
Non mancano però le sfide: l’introduzione dell’AI richiede infatti:
- una governance attenta;
- formazione specifica del personale sanitario;
- adeguamento delle infrastrutture;
- garanzie di sicurezza e privacy dei dati in linea con le normative vigenti.
Solo attraverso un approccio integrato sarà possibile sfruttare pienamente le potenzialità dell’AI per una eHealth in Italia più efficace e sostenibile.
eHealth in Italia: prospettive, criticità e opportunità
L’eHealth in Italia si trova in una fase di transizione, con segnali positivi ma anche numerose criticità da superare. Tra queste, la necessità di consolidare le infrastrutture digitali, integrare i servizi nei percorsi clinici, sviluppare competenze specifiche e creare modelli organizzativi in grado di sostenere la trasformazione digitale.
L’interesse manifestato dai pazienti e la consapevolezza crescente tra i professionisti rappresentano una solida base su cui costruire l’evoluzione dell’eHealth In Italia.
Il ruolo delle istituzioni, delle Regioni e delle aziende sanitarie sarà cruciale per garantire l’implementazione coordinata delle piattaforme digitali e per promuovere l’innovazione a livello territoriale.
Inoltre, la valorizzazione delle professioni sanitarie, come quella infermieristica nella teleassistenza, e il coinvolgimento di attori come le farmacie digitali, possono accelerare il processo di diffusione dell’eHealth in Italia.
Il successo della trasformazione digitale dipenderà, infine, dalla capacità di creare una governance efficiente e inclusiva che sappia bilanciare tecnologia, organizzazione e attenzione ai bisogni reali di pazienti e operatori.