Il documento con le indicazioni approvate dalla Conferenza Stato–Regioni nel 2022 ha definito la teleriabilitazione come “l’erogazione a distanza di prestazioni e servizi intesi ad abilitare, ripristinare, migliorare o, comunque, mantenere il funzionamento psicofisico di persone di tutte le fasce di età, con disabilità o disturbi, congeniti o acquisiti, transitori o permanenti, oppure a rischio di svilupparli”.
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Chi e come può far uso dei servizi di teleriabilitazione
Come chiarito in questo approfondimento di HealthTech360, le prestazioni e i servizi di teleriabilitazione possono essere fruiti da remoto e, in generale, da qualsiasi luogo in cui si trova il paziente.
È compito del professionista sanitario valutare a distanza il corretto utilizzo di ausili, ortesi e protesi durante le normali attività di vita svolte nell’ambiente domestico o lavorativo, così come è di sua competenza la prescrizione, l’esecuzione, il controllo, il monitoraggio, la supervisione, la modifica di prestazioni o servizi di valutazione erogati a distanza per mezzo di servizi digitali.
Le linee guida stabiliscono che gli ambiti di applicazione delle prestazioni a distanza riguardano la teleriabilitazione:
- motoria e cognitiva;
- neuropsicologica;
- occupazionale;
- della comunicazione;
- della deglutizione;
- del comportamento.
L’idoneità del paziente a poterne usufruire è stabilita caso per caso, considerando diversi aspetti tra i quali:
- la presenza o il rischio di sviluppare disabilità o disturbi transitori o permanenti;
- la possibilità di poter svolgere correttamente le attività riabilitative previste, tenendo anche conto dell’eventuale supporto di caregiver o dell’insegnante;
- la compliance del paziente alle modalità di trattamento.
Cosa devono fare le strutture sanitarie per erogare i servizi di teleriabilitazione
Come ben argomentato da Eugenio Santoro nel suddetto approfondimento su HealthTech360, ci sono alcuni importanti requisiti tecnici e organizzativi che le strutture sanitarie devono rispettare qualora intenzionate ad erogare servizi di teleriabilitazione.
Le strutture sanitarie (pubbliche e private) – infatti – devono essere accreditate per poter erogare interventi di teleriabilitazione nell’ambito delle prestazioni a carico del SSN. Devono, inoltre, garantire un’adeguata sinergia – nelle rispettive aree di competenza – tra i servizi di ingegneria clinica ed i servizi informatici .
Se le prestazioni di teleriabilitazione utilizzano hardware e/o software specifici, questi devono essere inquadrati come dispositivi medici.
A questo proposito, le strutture sanitarie devono avvalersi del supporto di un servizio di ingegneria clinica non solo per la verifica della piena compatibilità tra le tecnologie individuate e il contesto in cui vengono inserite, ma anche della corretta rispondenza alle normative a cui esse devono fare riferimento.
Fondamentale, per garantire la continuità del servizio, è la possibilità – da parte delle strutture sanitarie – di poter contare su un servizio di assistenza tecnica che possa intervenire, da remoto o al domicilio del paziente, per le manutenzioni programmate e per la risoluzione tempestiva di malfunzionamenti.
Rispetto delle norme, sicurezza e consenso informato
La teleriabilitazione – precisa Santoro – deve avvenire nel rispetto delle norme vigenti e in sicurezza (anche in relazione alla protezione dei dati personali) e in accordo con la destinazione d’uso dei dispositivi medici impiegati, i quali devono rispondere a caratteristiche di efficacia e sicurezza supportate da adeguate evidenze scientifiche.
Come per qualsiasi prestazione, è necessario raccogliere il consenso informato dei pazienti interessati: esso dovrà specificare la peculiare modalità di fruizione della prestazione a distanza, le implicazioni e le differenze (insieme agli eventuali rischi) rispetto alle prestazioni erogate attraverso le vie consuete.
Teleriabilitazione: l’esempio dell’AUSL Ferrara
A Ferrara, presso l’Ospedale del Delta, sono state di recente installatele apparecchiature per la creazione di un Hub provinciale per la teleriabilitazione.
Un’opportunità di salute particolarmente innovativa e indicata per utenti anziani e fragili residenti nelle aree interne – si legge in una nota dell’AUSL Ferrara – i quali potranno così usufruire di una riabilitazione di qualità ma praticamente senza doversi spostare da casa, limitando i disagi legati a tempi e trasporti, sia per loro sia per i familiari e caregiver.
L’AUSL sottolinea come siano stimati in circa 800 l’anno i potenziali utenti candidabili, portatori di patologie quali:
- ictus;
- traumi cranici;
- problemi post chirurgici ortopedici e toracici;
- broncopatie croniche ostruttive;
- Alzheimer;
- dolore cronico;
- sclerosi multipla;
- long Covid;
- cadute in anziani fragili.
Per avere una maggiore partecipazione, potranno usufruire della teleriabilitazione anche i pazienti attualmente seguiti a livello ambulatoriale.