La sanità digitale è entrata in una fase in cui l’adozione dell’Intelligenza Artificiale, assieme all’evoluzione della telemedicina e all’uso strategico dei dati sanitari stanno ridefinendo il perimetro dell’assistenza, delle responsabilità professionali e del rapporto tra medico e paziente.
In particolare, AI generativa, Telemedicina, analisi dei dati clinici e digitalizzazione ospedaliera stanno trasformando radicalmente l’ecosistema sanitario italiano. L’impatto per professionisti, pazienti e istituzioni è sempre più tangibile.
Il binomio Sanità digitale e AI è caratterizzato da un grande fermento, pronto a coglierne i benefici ma chiamato anche a gestire incertezze normative, culturali e tecnologiche.
Indice degli argomenti
Intelligenza Artificiale in Sanità: chi e come la sta usando
Al convegno organizzato dall’Osservatorio Sanità Digitale del Politecnico di Milano, Chiara Sgarbossa – Direttrice Osservatorio Sanità Digitale – ha spiegato come la Generative AI sia sempre più utilizzata nella sanità digitale, soprattutto dai medici di medicina generale: il 50% di essi ha già integrato soluzioni GenAI nella propria attività.
Tuttavia, l’utilizzo prevalente è su piattaforme generaliste, non pensate specificamente per l’ambito clinico.
Solo un professionista su cinque si affida a strumenti AI specializzati con contenuti scientificamente validati, ciò evidenziando una grande lacuna da colmare per garantire qualità e sicurezza nell’uso di questa tecnologia.
Uno dei principali benefici riconosciuti all’Intelligenza Artificiale in Sanità è il risparmio di tempo, soprattutto per attività amministrative e documentali. Si stima un guadagno annuo di circa una settimana lavorativa per gli specialisti e di due settimane per i medici di base.
La capacità dell’AI di sintetizzare la letteratura clinica e generare documenti, inoltre, migliora l’efficienza e libera risorse da reinvestire in attività assistenziali dirette.
L’Intelligenza Artificiale in Sanità tra dubbi etici e normativi
Accanto alle opportunità, emergono anche preoccupazioni legate all’uso dell’Intelligenza Artificiale in Sanità. I professionisti esprimono perplessità sulla responsabilità medico-legale (se l’AI in Sanità sbaglia, di chi è la colpa?) e sull’opacità degli algoritmi, spesso percepiti come “black box”.
Tutto ciò alimenta un senso di sfiducia verso strumenti che, pur abilitanti, richiedono maggiore trasparenza e formazione tecnica.
Inoltre, la percezione che l’Intelligenza Artificiale in Sanità possa interferire con il rapporto umano medico-paziente genera ulteriori riserve.
In risposta a questi timori, il legislatore ha introdotto disposizioni e direttive che regolano l’uso dell’Intelligenza Artificiale in Sanità . Tra i principi fondamentali:
- trasparenza verso il paziente sull’uso dell’AI;
- responsabilità clinica sempre in capo al medico;
- divieto di discriminazione nell’accesso alle cure.
Queste norme rafforzano la fiducia nei sistemi di AI in ambito sanitario, promuovendone un uso più etico, informato e responsabile.
AI in Sanità: come la usano e cosa ne pensano i pazienti
La sanità digitale coinvolge sempre più anche i cittadini, l’11% dei quali già utilizza chatbot basati su AI, come ChatGPT, per ottenere informazioni su patologie, sintomi, farmaci e terapie.
Il 50% dei pazienti ritiene che l’Intelligenza Artificiale in Sanità porti più benefici che rischi, e il 35% ricerca direttamente online indicazioni diagnostiche, segnale di un empowerment crescente ma anche di un bisogno di garanzie e qualità scientifica nei contenuti.
Nonostante i vantaggi percepiti, una quota rilevante di pazienti teme che l’Intelligenza Artificiale in Sanità possa indebolire la relazione umana con il medico. Il 29% ritiene possibile una futura sostituzione del medico da parte dell’AI, mentre un quarto dei pazienti esprime timori sulla sicurezza dei dati personali.
Queste percezioni rendono ancor più evidente la necessità di strategie di comunicazione trasparenti e di un framework normativo robusto e rassicurante.
Telemedicina, AI e territorio: la sfida dell’integrazione e dell’interoperabilità
Nell’attuale contesto della sanità digitale, la telemedicina rappresenta senza dubbi un pilastro strategico. Le piattaforme nazionali stanno migliorando la gestione delle cure domiciliari e croniche, con un ruolo crescente delle Regioni e delle agenzie sanitarie nel coordinamento dei progetti.
La sfida resta l’integrazione tra sistemi informativi ospedalieri e strumenti digitali territoriali, sia per garantire continuità e qualità assistenziale sia per rendere possibili le sinergie tra questa tecnologia e le diverse applicazioni dell’Intelligenza Artificiale in Sanità.
Negli ospedali, la sanità digitale si traduce in architetture interoperabili e uso avanzato dei dati clinici. In tal senso, l’Intelligenza Artificiale in Sanità consente di migliorare la precisione diagnostica e l’efficacia terapeutica, integrando fonti diverse e aggiornate in tempo reale.
Le applicazioni più efficaci includono:
- supporto alla decisione;
- analisi predittiva;
- monitoraggio dei pazienti.
Ciò, però, solo a condizione che le suddette attività siano pensate e costruite su infrastrutture affidabili e dati di qualità.
Intelligenza Artificiale in Sanità: competenze digitali, cultura e governance per un ecosistema sostenibile
Per quanto esposto e analizzato, è evidente che, affinché la sanità digitale e l’Intelligenza Artificiale in Sanità costituiscano un binomio sinergico finalizzato alla generazione di valore, è indispensabile un investimento continuativo nelle competenze digitali.
I professionisti, peraltro, devono essere formati non solo sugli strumenti, ma anche sul loro impatto organizzativo, etico e relazionale.
Anche pazienti e cittadini necessitano di alfabetizzazione digitale per partecipare in modo consapevole al nuovo ecosistema sanitario. Solo così l’innovazione tecnologica in Sanità potrà essere sostenibile, inclusiva ed efficace.