Sanità Digitale

Piattaforma Nazionale di Telemedicina: come funziona e quali problemi risolve



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Tradurre le innovazioni tecnologiche in strumenti utilizzabili nella pratica clinica quotidiana e identificare modelli standardizzati da applicare in modo uniforme sui diversi territori. Questa la sfida più grande per la PNT: ecco com’è stata affrontata

Pubblicato il 18 ago 2025



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L’avvio della Piattaforma Nazionale di Telemedicina (PNT) è stato un passaggio cruciale per la Sanità digitale in Italia.

Come sottolineato nell’approfondimento “Piattaforma Nazionale di Telemedicina: un passo importante per la Sanità digitale in Italia”, infatti, le opportunità offerte dalla telemedicina sono enormi e la Piattaforma Nazionale di Telemedicina (PNT) può fare da volano per coglierle e metterle davvero in pratica.

Occorre però vincere alcune sfide: tra queste, interoperabilità, cybersecurity e capacità di un cambiamento culturale profondo.

In che modo la PNT può riuscire in questo obiettivo e come funziona dal punto di vista pratico e operativo?

Domande importanti alle quali ha provato a rispondere Francesco Gabbrielli – già Direttore del Centro Nazionale per la Telemedicina dell’Istituto Superiore Sanità e Medical Officer presso Agenas – nel corso della presentazione della Piattaforma Nazionale di Telemedicina.

Gabbrielli ha offerto una prospettiva approfondita sul funzionamento e sull’importanza della Piattaforma Nazionale di Telemedicina, concentrandosi in particolare sugli aspetti pratici e operativi del sistema.

Piattaforma Nazionale di Telemedicina: il sistema per vincere le sfide e superare gli ostacoli

La sfida principale è stata tradurre le innovazioni tecnologiche in strumenti effettivamente utilizzabili nella pratica clinica quotidiana.

L’esperto Agenas ha evidenziato a tal proposito un problema storico della telemedicina: la difficoltà di identificare modelli standardizzati che potessero essere applicati in modo uniforme sui diversi territori.

Questa sfida deriva dalla natura intrinsecamente locale della sanità digitale e dalla rapida evoluzione delle tecnologie.

Per superare questi ostacoli, Gabbrielli e il suo team hanno sviluppato un sistema che permette di disegnare processi di lavoro condivisibili tra le varie Regioni ed enti locali, garantendo al contempo la flessibilità necessaria per adattarsi alle esigenze specifiche di ciascun territorio.

Un aspetto chiave del sistema è la sua capacità di tradurre i processi di lavoro definiti dagli operatori sanitari in un linguaggio comprensibile sia dagli esseri umani che dalle macchine.
Ciò è reso possibile attraverso l’uso di diagrammi di flusso interattivi e navigabili che rappresentano visivamente le varie attività necessarie per erogare i servizi di telemedicina.
Questi diagrammi sono accompagnati da documenti PDF dettagliati che forniscono spiegazioni approfondite per ogni fase del processo. Questa funzionalità facilita la collaborazione multidisciplinare e la standardizzazione dei processi a livello nazionale.

Modelli di telemedicina: condivisione e personalizzazione

Un elemento innovativo evidenziato dal già Direttore del Centro Nazionale per la Telemedicina è la possibilità per le Regioni e le aziende sanitarie di creare e personalizzare i propri modelli di erogazione dei servizi di telemedicina.

I suddetti modelli, infatti, possono essere condivisi attraverso la Piattaforma Nazionale di Telemedicina, permettendo ad altre Regioni o strutture di adottarli o adattarli alle proprie esigenze.

Questo approccio promuove la condivisione di best practice e consente anche di condurre studi comparativi oggettivi sull’efficacia dei diversi modelli di telemedicina.

Gabbrielli ha utilizzato la metafora di una pista da sci per illustrare questo concetto: la piattaforma fornisce un percorso spianato su cui ogni sciatore (Regione o struttura sanitaria) può tracciare il proprio solco, utilizzando un linguaggio comune che permette il confronto e la condivisione delle esperienze.

PNT: un salto di qualità per la Telemedicina in Italia

Un punto importante dell’intervento di Gabbrielli è stato l’enfasi posta sui modelli orientativi pubblicati sulla Piattaforma Nazionale di Telemedicina. L’esperto ha chiarito che questi non sono da intendersi come regole rigide, ma piuttosto come linee guida flessibili che possono essere adattate alle esigenze specifiche di ciascuna realtà locale.

Questo approccio mira a bilanciare la necessità di standardizzazione con la flessibilità richiesta per affrontare le diverse sfide territoriali.

Gabbrielli ha sottolineato come il sistema alla base della PNT rappresenti un salto di qualità significativo nella telemedicina italiana, passando da un approccio basato su iniziative isolate e volontaristiche a un sistema codificato e coordinato, pur mantenendo la capacità di adattarsi alle realtà territoriali e alle esigenze specifiche dei pazienti.

Questa evoluzione promette di rendere la Telemedicina una componente integrale e standardizzata del Sistema Sanitario Nazionale, migliorando l’accessibilità e la qualità delle cure in tutto il Paese.

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