La Sanità e sempre più guidata dai dati. Ospedali, IRCCS, grandi centri clinici e strutture sanitarie pubbliche e private – abbracciando l’approccio della sanità data-driven e della connected care – si trovano “costrette” ogni giorno a dover gestire, analizzare ed elaborare una quantità enorme di dati per effettuare previsioni, siano esse di carattere clinico (si pensi, ad esempio, alla genomica, all’imaging diagnostico, alla medicina personalizzata, al diffondersi crescente di sistemi di telemedicina e dispositivi medici wearable di monitoraggio dei pazienti mediante sensoristica o alla chirurgia robotica assistita dall’AI) o di tipo amministrativo ed organizzativo (gestione delle emergenze, liste d’attesa e via dicendo) per ottimizzare costi e risorse interne.
E il Pharma non è da meno. Si pensi, ad esempio, all’uso di tecniche di AI, assai vantaggiosa tanto nell’ambito della ricerca (individuazione di molecole per la scoperta di nuovi farmaci) che in quello della produzione (monitoraggio di tutte le fasi) e della distribuzione (ottimizzazione e packaging).
Di particolare importanza, in tale ambito, sono il controllo dell’impatto del farmaco “dopo il bancone della farmacia” e gli aspetti legati alla farmacovigilanza. L’ambito è quello della Real World Evidence, dove l’AI può aiutare ad identificare meglio le aree di valore del prodotto farmaceutico, ad esplorarne aree di miglioramento, orientare la ricerca per i nuovi prodotti o suggerire l’utilizzo di farmaci già esistenti per indicazioni cliniche diverse da quelle standard.
Questo enorme flusso e volume di health big data – perché sia trasformato in valore e conoscenza e diventi un asset per le organizzazioni sanitarie – ha necessità di essere gestito mediante soluzioni di storage e infrastrutture ad hoc, affidabili e ad alte performance, capaci di ottenere insight accelerando i tempi di analisi.
Nella coscienza che questa vera e propria esplosione di dati e la possibilità di trarne valore impatteranno fortemente sul futuro dell’Healthcare, Pure Storage ha deciso di dedicare a questi temi un’apposita tavola rotonda dal titolo: “Dati, AI e infrastrutture intelligenti: il futuro della Sanità, oggi”.
Di seguito, i principali temi e spunti di confronto emersi dal dibattito, arricchito, peraltro, dalle analisi di scenario e dai dati presentati dall’Osservatorio Sanità Digitale del Politecnico di Milano.
Indice degli argomenti
L’era dei dati: siamo di fronte a una vera e propria esplosione
Dalla genomica all’imaging diagnostico, dalla medicina personalizzata alle biotech ed ai nuovi esperimenti sullo Human Digital Twin. Ma anche la “semplice” gestione delle Cartelle Cliniche – ormai finalmente tutte elettroniche – e l’integrazione di questi dati con il nuovo Fascicolo Sanitario Elettronico, per non parlare dei dati provenienti dalla sensoristica IoT e dai sistemi di telemedicina e controllo remoto del paziente.
Tutte situazioni che – negli ultimi anni – stanno portando a una vera e propria esplosione dei dati nel mondo Healthcare & Life Science.
Ogni singolo ospedale, ormai, arriva a produce petabyte di informazioni. Una mole enorme di dati che impone alle organizzazioni sanitarie e farmaceutiche una gestione tecnologica smart e intelligente, pena il restare fuori da un futuro che è ormai sempre più il presente.
Le tecnologie di storage per rispondere alla sfida dei dati
Di fronte a queste sfide – sottolinea Pure Storage – le tecnologie storage tradizionali si rivelano obsolete: gli hard disk consumano troppa energia, occupano troppo spazio e funzionano troppo lentamente.
La tecnologia legacy è incapace di gestire l’esplosione dei dati in corso e la necessità di analisi veloci su larga scala.
Il superamento di questi ostacoli – precisa l’azienda – è oggi essenziale per gli ospedali e le strutture sanitarie che desiderano fornire un servizio di medicina personalizzata ai loro pazienti.
Esistono alcune soluzioni flash che possono rispondere a tali esigenze grazie al loro parallelismo, ai costi contenuti, al basso impatto ambientale e ai ridotti consumi di energia.
I vantaggi non riguardano solamente la velocità con cui si ottengono gli insight o il minor tempo richiesto per una diagnosi: anche i minori consumi elettrici e ingombri di spazio sono importanti per l’ambiente e per ridurre i costi.
Le soluzioni di storage con le latenze più basse del mercato
Appare sempre più evidente alle direzioni strategiche delle strutture sanitarie e del Pharma come, per il futuro dell’analisi dei dati in ambito Healthcare, ancor più per quanto riguarda l’applicazione di tecniche di AI e per il mondo della ricerca medica e Life Science, operare con soluzioni 100% cloud – senza, cioè, disporre anche di uno storage in locale – non sia una soluzione percorribile, innanzitutto per tempi di latenza e di accesso al dato incompatibili con le applicazioni e le tecnologie di “analisi intelligente”, la cui gestione – data la natura mission critical dei servizi erogati – deve essere necessariamente smart.
A questa fondamentale esigenza di velocità e performance nella gestione del dato, Pure Storage risponde con la sua tecnologia all-flash, in grado di offrire ai propri clienti latenze tra le più basse del mercato.
Healthcare & Life Science: i vantaggi di uno storage ad alte performance
Quello della estrema velocità di accesso al dato e del conseguente trasferimento rapidissimo non è una questione di leadership tecnologica fine a se stessa ma, piuttosto, un’opportunità di massimizzazione del business e dell’efficienza per le aziende che decidono di investire in queste tecnologie di storage performanti.
Due esempi significativi in ambito Healthcare – citati dalla stessa Pure Storage – illustrano l’impatto della tecnologia all-flash di Pure nell’accelerazione delle capacità di analisi genomica.
Il primo riguarda l’azienda svizzera Health2030 Genome Center che – da quando ha adottato le soluzioni Pure Storage – ha reso disponibile ai medici la propria analisi di dati genetici 10 volte più rapidamente e ha raddoppiato le velocità con cui trasferisce grandi set di dati dalla piattaforma di sequenziamento ai ricercatori.
Un altro esempio è l’Australian Genome Research Facility (AGRF) che – da quando ha iniziato a usare le soluzioni Pure – ha accelerato i propri progetti dell’86% compreso un incremento di 6 volte nella velocità della preanalisi dei dati genomici.
Il dato per tutta la vita del paziente
Altro tema fondamentale – ancor più in ambito medico – è la cosiddetta “durabilità del dato”.
I dati devono seguire il paziente per tutta la vita, che ci si augura molto lunga. Occorre, dunque, garantire una gestione che lo mantenga attivo per moltissimi anni. E in tutto ciò la tecnologia flash, oltre a quelli visti, ha un altro, grande vantaggio: la densità. Le vecchie meccaniche rotative degli hard disk tradizionali, infatti, non riescono più a star dietro – per oggettivi limiti fisici – alla crescente esigenza di gestire enormi quantità di dati in maniera efficiente e per lunghi periodi senza incorrere nel degrado delle prestazioni.
Pure risponde a questa esigenza mettendo a disposizione un singolo modulo flash da 75 TB e puntando a svilupparne, nei prossimi tre anni, uno addirittura da 300 TB.
In tal modo, peraltro, si riescono ad impacchettare dati in soli 3 rack unit, quindi in uno spazio limitato e con costi ragionevolmente bassi.
Uno storage che non invecchia, ma si evolve nel tempo
Riguardo al tema della durabilità del dato, i responsabili IT sanno bene come – fisiologicamente – l’IT abbia la necessità di essere rimodernato dopo un certo numero di anni.
Pure ha fatto del suo paradigma base un valore molto sentito proprio in ambito Healthcare, ossia quello di poter gestire l’evoluzione delle proprie infrastrutture e soluzioni tecnologiche in maniera agile, senza dover ripartire sempre da zero (quindi, contenendo gli investimenti successivi a quello iniziale) e, soprattutto, senza dover pagare con la temporanea indisponibilità dei dati il tempo dei “lavori in corso”.
Pure ottiene questo obiettivo non sostituendo mai in toto le proprie apparecchiature, bensì aggiornando un componente hardware alla volta, trasformando così una unit di generazione N in una di generazione N+1 senza causare disservizi e senza migrare i dati (e, quando si parla di centinaia di TB di dati da migrare, l’eventuale operazione di migrazione rappresenterebbe un impegno non certo indifferente).
Pure Storage: performance e sostenibilità
Se è vero che un’analisi dei dati efficiente – ancor più mediante AI – è inattuabile senza adeguate performance di accesso al dato e relativa affidabilità e durabilità – non è solo su questi aspetti che punta Pure Storage, la cui vision è storicamente orientata al rispetto dell’ambiente e alla sostenibilità delle soluzioni infrastrutturali e di storage che propone sul mercato in un’ottica di “Green Data Center”.
Con un risparmio energetico dell’84,7% rispetto alle soluzioni all-flash della concorrenza, il 96% di spazio in meno richiesto rispetto allo storage su disco ibrido e una densità di storage aumentata del 1.000% eseguendo meno unità per rack, Pure Storage riesce a contenere notevolmente i consumi connessi alla gestione tecnologica del dato, il tutto secondo l’approccio del Green IT, aspetto sempre più sentito e attuale in un settore, quale quello Healthcare, che è notoriamente tra i più energivori.
Contributo editoriale sviluppato in collaborazione con Pure Storage