Sanità Digitale

Telemedicina e investimenti del PNRR: a che punto siamo?



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Come e quanto sono stati spesi finora i fondi del PNRR destinati alla telemedicina? I risultati ottenuti, gli obiettivi ancora da raggiungere e le prospettive per il 2026 e oltre

Pubblicato il 11 ago 2025



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Per la sanità italiana, è tempo di una rivoluzione. Investire oggi nella telemedicina e nella digitalizzazione dei servizi sanitari territoriali è essenziale per vedere risultati tangibili nel futuro.

E’ quanto affermato a gennaio 2024 da Domenico Marino – Professore associato Università degli Studi Mediterranea di Reggio Calabria – nell’approfondimento di HealthTech360 “Telemedicina e PNRR: cosa ci si aspetta per il futuro della Sanità”.

A proposito di Telemedicina e investimenti del PNRR, è lecito chiedersi: come e quanto sono stati spesi i fondi finora? Quali i risultati ottenuti finora e gli obiettivi ancora da raggiungere?

Domande che trovano risposta nella presentazione della Piattaforma Nazionale di Telemedicina, evento durante il quale Alessio Nardini – Dirigente Ministero della Salute – ha fornito un quadro dettagliato dello stato di avanzamento degli investimenti in telemedicina in Italia, inquadrandoli nel contesto più ampio del PNRR.

Telemedicina e investimenti del PNRR: le due linee d’intervento

L’investimento di 1,5 miliardi di euro nella telemedicina – ha spiegato il Dirigente – rappresenta circa il 10% dell’intero investimento PNRR destinato alla Missione Salute e ciò evidenzia l’importanza strategica attribuita a questa tecnologia nel contesto della sanità digitale.

Gli investimenti in telemedicina in Italia si articolano in due principali linee di intervento:

In tale contesto, Nardini ha ricordato gli importanti traguardi già raggiunti, come l’approvazione del DM77 nel 2022 e la presentazione dei progetti di telemedicina delle regioni a dicembre 2023 che hanno permesso all’Italia di accedere alle relative rate di finanziamento del PNRR.

Telemedicina e investimenti: la rinegoziazione del target PNRR

Un punto chiave dell’intervento di Nardini è stata la recente rinegoziazione del target PNRR per la telemedicina. L’obiettivo è stato rivisto al rialzo, passando da 200.000 a 300.000 pazienti assistiti entro la fine del 2025, con un aumento degli investimenti in telemedicina da 1 miliardo a 1,5 miliardi di euro. Questa revisione dimostra l’ambizione e l’impegno crescenti verso la digitalizzazione della sanità in Italia.

Il Dirigente ha anche delineato la cronologia dell’attuazione dei decreti che hanno portato alla realizzazione di questo intervento, partendo dai decreti del 2022 che hanno fissato i percorsi diagnostici e terapeutici assistenziali e le linee di indirizzo clinico-organizzative, evidenziando come questi decreti abbiano gettato le basi per i modelli organizzativi e le soluzioni tecnologiche che ora, finalmente, stanno prendendo forma.

La ripartizione dei fondi per la telemedicina

Un aspetto importante sottolineato da Nardini è stato quello della ripartizione dei fondi. Il Dirigente ha menzionato una prima allocazione di 577 milioni di euro alle Regioni, nel settembre 2023, che ha permesso loro di aderire alle gare per l’acquisizione di software e hardware necessari per l’implementazione della telemedicina, sottolineando anche un’ulteriore ripartizione di 172 milioni di euro destinata all’acquisto di dispositivi medici per il telemonitoraggio.

Importante anche l’iniziativa prevista dal decreto legislativo che destina 150 milioni di euro per progetti pilota di telemedicina e assistenza domiciliare per gli anziani ultraottantenni con patologie croniche. Questi progetti, distribuiti su base macroregionale (nord, centro, sud), mirano a integrare la telemedicina con l’assistenza domiciliare e i servizi sociosanitari.

Telemedicina in Italia: ambizioni e prospettive per il 2026

Nardini ha provato anche a delineare le ambizioni a lungo termine del progetto di telemedicina in Italia, sottolinendo che, mentre il target europeo è di 300.000 pazienti assistiti, l’obiettivo nazionale è molto più ambizioso, puntando a raggiungere quasi 800.000 pazienti negli anni successivi al 2026.

Il Dirigente ha enfatizzato l’importanza di vedere il 2026 non come un punto di arrivo, ma come l’inizio di una trasformazione più profonda del sistema sanitario italiano, sottolineando come la telemedicina non sia solo una questione di tecnologia, ma rappresenti un cambiamento culturale e organizzativo che richiederà tempo e impegno continuo per essere pienamente realizzato e integrato nel Sistema Sanitario Nazionale.

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