Digital Health

Telemedicina: le competenze al centro della trasformazione digitale in sanità

Un esperimento, realizzato da MIP Politecnico di Milano Graduate School of Business e Pfizer, coinvolge tutti gli attori dell’innovazione digitale in Sanità. Lettieri:“Cruciale formare la e-leadership attraverso una formazione innovativa delle figure apicali sanitarie regionali”

Pubblicato il 14 Mag 2022

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Academy in telemedicina. Si chiama così, e parte dalla Regione Puglia, il progetto pilota realizzato da Mip Politecnico di Milano Graduate School of Business e Pfizer, con il patrocinio di AReSS Puglia, “in cui gli attori coinvolti, il paziente, il clinico, il decisore aziendale e il tecnico, sono riuniti in un percorso di cura anche digitale e lo co-progettano insieme”.
Così descrive questo esperimento Giovanni Gorgoni, direttore Generale Aress e presidente Euregha, European Regional and Local Health Authorities.

Il ruolo cruciale delle competenze

Che il futuro della sanità digitale non sia soltanto una questione di tecnologie, ma occorra mettere sempre più le persone e le competenze al centro del processo di innovazione tecnologica, è un’osservazione condivisa e, peraltro, sempre più sentita.
Ne parlavamo, ad esempio, qui, osservando, peraltro, come spesso, paradossalmente, le tecnologie arrivino prima e più semplicemente delle persone e delle loro competenze.
Eppure, sono e saranno soprattutto queste ultime a fare la vera differenza. La tanto sbandierata (e desiderata) One Health, dicevamo, resterebbe solo un paradigma senza una parallela “one governance”.
Serve condivisione totale: non solo della conoscenza (scientifica e tecnologica) ma anche degli obiettivi (strategici e di governance).

La Puglia al centro dell’innovazione in sanità

Una vision, quella appena descritta, in sintonia con il pensiero di Giovanni Gorgoni:
“La trasformazione digitale, contrariamente a quanto si crede, ha a che fare più con le persone che con le tecnologie”, afferma il direttore Generale AReSS. Che sottolinea come la Puglia abbia “intrapreso da tempo e con decisione un pionieristico viaggio di trasformazione digitale della sanità, con molti promettenti risultati. E non volevamo privarci – prosegue Gorgoni – di questa ulteriore opportunità che ci è stata offerta dal Mip Politecnico di Milano, con cui in passato abbiamo fattivamente collaborato e Pfizer, che dimostra con questo progetto la sua visione lungimirante e aperta al futuro a favore dei pazienti”.

Digital Health: occorre puntare sulla e-leadership

La discussione sulle competenze digitali – come sapete – è sempre al centro del dibattito su HealthTech360 e prosegue spesso in vari punti della conversazione in Rete. Per esempio qui, dove Angelo Ivan Rossi ha sottolineato l’importanza di competenze digitali adeguate nei ruoli apicali della sanità: “Per applicare una profonda revisione digitale dei processi – ha osservato Rossi – fra cui quelli legati al mondo Lifescience ed Healthcare (molto conservativi), servono processi di profondo Change Management, i quali devono partire da competenze adeguate sui ruoli apicali. Fondamentali divengono le capacità di visione Sistemica. Abilitanti le tecnologie digitali”.

In perfetta sintonia con il pensiero di Emanuele Lettieri, direttore scientifico di Academy in telemedicina e condirettore scientifico dell’Osservatorio Sanità digitale del Politecnico di Milano, secondo cui occorre essere coscienti del particolare periodo storico che stiamo vivendo e non sprecare la grande opportunità che ci si presenta di fare innovazione in sanità puntando anche (e soprattutto) sulla formazione innovativa e sulle competenze delle figure di vertice sanitarie regionali: “Viviamo un momento storico particolare – dice Lettieri –  nel quale la trasformazione digitale del sistema sanitario ha rivelato tutta la sua rilevanza. L’innovazione digitale è al centro del Pnrr. Non dobbiamo cercare una sanità al 100% digitale, bensì una sanità multicanale, cioè capace di erogare prestazioni in formato sia virtuale sia tradizionale, a seconda delle esigenze. Cruciale formare la e-leadership, ossia la capacità di guidare progetti di trasformazione digitale, individuare percorsi multicanale, porre obiettivi e misurare risultati, attraverso una formazione innovativa delle figure apicali sanitarie regionali. Il digitale – prosegue il direttore  – se ben utilizzato, rende la prestazione sanitaria più vicina al cittadino e quindi più umana, perché in grado di cogliere bisogni di continuità di cura che l’approccio tradizionale fatica a soddisfare”.

Telemedicina: il futuro è adesso?

È questo l’auspicio di Guido di Donato – direttore delle Relazioni istituzionali regionali e membro del Cda di Pfizer in Italia: “La nostra azienda – afferma di Donato – da sempre orientata all’innovazione, ritiene estremamente importante offrire il proprio contributo per un percorso di formazione in telemedicina rivolto ai gestori della sanità che sono chiamati ad attuare nella pratica clinica la trasformazione verso la Digital Health, come si sta cercando di fare con l’Academy. Si tratta di favorire – precisa – una nuova attitudine culturale al cambiamento. Oggi la telemedicina ha tutti i presupposti non per essere un’interessante opportunità futura, ma per far già parte integrante della nostra realtà”.

Ovviamente, con tutte le difficoltà del caso, delle quali siamo ben coscienti, ci auguriamo tutti che sia davvero al più presto così. E che esperimenti di questo tipo si traducano in nuove opportunità di confronto e condivisione della conoscenza su tematiche allo stesso tempo complesse, articolate, ma fondamentali per guidare il futuro della nostra salute.

Anche perché tali esperimenti si collocano in un “periodo storico” per l’evoluzione della telemedicina. E’ molto recente, infatti, la pubblicazione da parte di AGENAS del tanto atteso Avviso per la Piattaforma nazionale di Telemedicina. L’obiettivo principale della Piattaforma nazionale – come riportato da AGENAS – è creare un livello fondamentale di interoperabilità che garantisca standard comuni ai servizi di telemedicina sviluppati dalle Regioni, valorizzando quanto già disponibile nel panorama dei contesti locali, integrando o completando il portafoglio di servizi.
L’iniziativa “nasce dall’esigenza di colmare il divario tra le disparità territoriali e offrire maggiore integrazione tra i servizi sanitari regionali e le piattaforme nazionali attraverso soluzioni innovative”.

E “Academy in telemedicina” – che è un progetto che parte a trazione regionale (Regione Puglia) – può fare certamente da progetto pilota per ripensare il ruolo della telemedicina anche e soprattutto a partire dal territorio.

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