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Regulatory sandbox in Sanità: cosa sono, impatto sull’AI, sfide e prospettive



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Grazie alle regulatory sandbox, le tecnologie emergenti, Intelligenza Artificiale in primis, possono essere sperimentate in un contesto che equilibra innovazione ed esigenze di compliance, contribuendo a una regolamentazione più dinamica e aderente alle reali necessità del settore sanitario

Pubblicato il 13 mag 2025

Luca D'Agostino

Avvocato specialista in diritto penale – Studio Legale Dagostinolex



regulatory sandbox in sanità e intelligenza artificiale

L’avvento dell’Intelligenza Artificiale in ambito sanitario ha aperto scenari di straordinaria innovazione, consentendo l’elaborazione di modelli predittivi, l’ottimizzazione delle diagnosi e la personalizzazione delle terapie. L’impiego di sistemi basati sull’apprendimento automatico e sull’analisi avanzata dei dati clinici promette di migliorare l’efficacia delle cure, ridurre i margini di errore e potenziare la capacità di risposta dei sistemi sanitari.

Tuttavia, accanto alle potenzialità applicative, emerge il complesso tema della regolamentazione, che si configura come un elemento imprescindibile per garantire la sicurezza dei pazienti, la trasparenza degli algoritmi e la protezione dei dati personali trattati dagli strumenti di AI.

L’esigenza di un quadro normativo che bilanci l’innovazione tecnologica con le tutele giuridiche si scontra con l’estrema rapidità con cui si sviluppano le nuove tecnologie, rendendo difficile per i legislatori definire regole rigide senza rischiare di ostacolare la ricerca e il progresso.

In questo, come in altri ambiti, il concetto di regulatory sandbox si delinea come uno strumento potenzialmente idoneo a risolvere questa dicotomia, permettendo di testare l’applicazione dell’intelligenza artificiale in ambito medico in un ambiente regolamentato ma flessibile.

Cosa sono le regulatory sandbox e perché sono così importanti in Sanità

Le regulatory sandbox rappresentano un modello regolatorio innovativo che consente di sperimentare nuove tecnologie in un ambiente normativo controllato, garantendo flessibilità senza compromettere la tutela dei soggetti coinvolti. Questo strumento, inizialmente sviluppato nel settore finanziario per agevolare l’adozione di soluzioni FinTech, è stato progressivamente esteso ad ambiti altamente regolamentati, tra cui quello sanitario.

L’obiettivo principale è consentire a imprese, istituzioni e autorità di testare nuove applicazioni tecnologiche, come l’intelligenza artificiale in sanità, prima di una regolamentazione definitiva, permettendo di valutare i rischi e i benefici in un quadro giuridico delimitato.

L’aspetto distintivo di una regulatory sandbox è la supervisione diretta da parte delle autorità competenti, che monitorano il funzionamento delle tecnologie sperimentate, intervenendo per correggere eventuali criticità. Ciò consente di elaborare regolamenti più informati e aderenti alla realtà tecnologica, evitando il rischio di una normativa eccessivamente rigida o inadeguata.

Nel settore sanitario, questo approccio potrebbe favorire l’implementazione di sistemi basati su intelligenza artificiale in ambiti delicati come la diagnosi precoce, la medicina predittiva e la robotica chirurgica, senza esporre i pazienti a rischi eccessivi.

Grazie alle regulatory sandbox in Sanità, le tecnologie emergenti possono essere sperimentate in un contesto che equilibra l’innovazione con le esigenze di compliance, contribuendo a una regolamentazione più dinamica e aderente alle reali necessità del settore medico.

Regulatory sandbox in Sanità: coniugare innovazione tecnologica e rispetto delle norme

Guardando al tema da una prospettiva generale, sembra che le principali sfide normative riguardino la protezione dei dati sanitari, la trasparenza degli algoritmi e la responsabilità giuridica delle decisioni prese dall’AI.

Il trattamento di informazioni sensibili è soggetto a vincoli stringenti imposti dal GDPR, che stabilisce criteri rigorosi per l’elaborazione e la conservazione di dati personali.

L’utilizzo di sistemi di AI nella Sanità solleva, inoltre, interrogativi sulla trasparenza dei processi decisionali automatizzati, in quanto molti algoritmi di deep learning operano come “scatole nere”, rendendo difficile comprendere i criteri con cui giungono a determinate conclusioni diagnostiche.

Un ulteriore ostacolo è rappresentato dalla rigidità della normativa in materia di dispositivi medici e farmaci, che impone processi di certificazione complessi e tempi di approvazione molto lunghi.

Se, da un lato, tali misure sono indispensabili per garantire la sicurezza dei pazienti, dall’altro rischiano di rallentare l’adozione di innovazioni potenzialmente rivoluzionarie, creando una frattura tra l’evoluzione tecnologica e il quadro giuridico di riferimento.

Le regulatory sandbox si inseriscono in questo contesto come un meccanismo in grado di superare tali rigidità, consentendo una sperimentazione regolata che coniuga efficienza tecnologica e rispetto delle norme vigenti.

L’Unione Europea e gli ambienti regolati per l’AI in Sanità

L’Unione Europea ha adottato un approccio strutturato alla regolamentazione dell’intelligenza artificiale attraverso l’AI Act, il quale introduce un quadro normativo innovativo per bilanciare sicurezza, trasparenza e innovazione.

In tale contesto, l’articolo 57 del regolamento prevede espressamente l’istituzione di spazi di sperimentazione normativa per l’AI (regulatory sandbox), i quali dovranno essere operativi in tutti gli Stati membri entro il 2 agosto 2026.

L’obiettivo principale di questi ambienti regolati è facilitare lo sviluppo, la sperimentazione e la validazione di sistemi di intelligenza artificiale in un contesto controllato, prima della loro immissione sul mercato o della loro piena operatività nei settori regolamentati, come la Sanità.

Le sandbox europee per l’AI sono concepite per promuovere un’innovazione responsabile, garantendo un equilibrio tra esigenze di sperimentazione e tutela dei diritti fondamentali, della sicurezza e della salute pubblica.

L’AI Act stabilisce che gli Stati membri possano istituire spazi di sperimentazione sia a livello nazionale sia in cooperazione con altri Paesi dell’Unione, consentendo una maggiore armonizzazione delle pratiche normative e un efficace coordinamento tra le autorità competenti. Inoltre, il Garante europeo della protezione dei dati ha facoltà di istituire sandbox specifiche per le istituzioni e gli organismi dell’UE, assicurando che la sperimentazione dell’AI sia conforme ai più elevati standard di protezione dei dati e sicurezza informatica.

Un aspetto centrale del sistema europeo di sandbox riguarda il ruolo delle autorità nazionali, le quali devono non solo garantire risorse adeguate per il funzionamento di tali spazi, ma anche fornire orientamenti regolatori ai partecipanti, facilitando la comprensione dei requisiti normativi e il rispetto degli obblighi imposti dall’AI Act. Il regolamento prevede che le autorità nazionali offrano supporto continuo durante la fase di sperimentazione, aiutando i fornitori di sistemi di AI a individuare eventuali rischi per i diritti fondamentali e la sicurezza, nonché a implementare misure di attenuazione adeguate.

Al termine del periodo di sperimentazione, le imprese partecipanti ricevono una relazione che documenta i risultati della sperimentazione e le conclusioni emerse, facilitando così la successiva procedura di valutazione della conformità per l’accesso al mercato. Questo meccanismo è particolarmente rilevante per il settore sanitario, dove la sperimentazione di sistemi di AI necessita di un quadro giuridico chiaro per evitare ritardi normativi e barriere all’innovazione.

Esperienze internazionali e casi studio

Alcune giurisdizioni hanno avviato progetti pilota per testare l’applicazione dell’intelligenza artificiale nella sanità all’interno di un quadro regolatorio flessibile, con risultati che offrono spunti di riflessione anche per il contesto italiano.

Tra le esperienze più significative si distingue quella del Regno Unito, dove il National Health Service (NHS) ha implementato un programma di sperimentazione regolata per valutare l’integrazione dell’AI nei processi diagnostici e gestionali. In questo contesto, sono stati sviluppati algoritmi per l’individuazione precoce di patologie come il tumore e le malattie cardiovascolari, con un monitoraggio continuo da parte delle autorità sanitarie. Il modello britannico si caratterizza per un’interazione costante tra sviluppatori, regolatori e clinici, al fine di garantire che le innovazioni rispettino standard di sicurezza ed equità.

Negli Stati Uniti, la Food and Drug Administration (FDA) ha adottato un programma di pre-certificazione per i software di AI destinati all’uso medico, semplificando il processo di autorizzazione per le aziende che dimostrano di rispettare rigorosi criteri di trasparenza e affidabilità. Questo modello consente agli sviluppatori di aggiornare i propri algoritmi senza dover sottoporre ogni modifica a una nuova valutazione regolatoria, favorendo una maggiore reattività del sistema normativo rispetto all’evoluzione tecnologica. Un caso emblematico è quello dell’AI impiegata per la diagnosi retinica automatizzata, che ha ricevuto l’approvazione della FDA grazie a un processo di validazione accelerato all’interno di un framework regolatorio dedicato.

Queste esperienze dimostrano che le regulatory sandbox in Sanità possono rappresentare uno strumento efficace per consentire la sperimentazione dell’AI, garantendo una regolamentazione più dinamica e aderente alla realtà clinica.

Le sfide per l’Italia e il futuro delle regulatory sandbox in Sanità

L’avvio di un regime di sperimentazione normativa per l’AI in sanità è una delle sfide per il prossimo futuro. L’istituzione di uno spazio di sperimentazione normativa richiederà una cooperazione tra le autorità regolatorie, le strutture sanitarie e le aziende sviluppatrici di AI, al fine di garantire un ambiente di test efficace e conforme alle prescrizioni europee.

La sanità italiana dovrà affrontare questioni chiave legate alla protezione dei dati, alla responsabilità medica e all’integrazione dell’AI nei processi clinici, bilanciando innovazione e tutele per i pazienti. L’adozione di questo modello regolatorio potrebbe favorire un’accelerazione dell’innovazione, permettendo alle imprese di sperimentare soluzioni avanzate in un contesto normativo chiaro e controllato.

Tuttavia, affinché leregulatory sandbox siano realmente efficaci, sarà necessario definire criteri rigorosi di accesso e valutazione, garantendo che le sperimentazioni conducano a regolamenti più aderenti alla realtà tecnologica. Un quadro giuridico flessibile ma solido consentirebbe di armonizzare progresso tecnologico e sicurezza sanitaria, favorendo l’integrazione dell’AI nel sistema sanitario nazionale.

L’Italia ha dunque l’opportunità di posizionarsi tra i Paesi guida dell’innovazione in sanità, sfruttando il potenziale delle sandbox per costruire una regolamentazione dinamica e allineata agli standard europei.

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