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Co-Creation, una linea strategica per il futuro della sanità italiana

Il Consorzio Dafne ha riunito in un convegno alcune figure di spicco del panorama produttivo e universitario per discutere come affrontare le sfide che pone l’Healthcare, così da identificare le soluzioni per superare nel modo più efficace il periodo di transizione che sta vivendo il settore

Pubblicato il 20 Ott 2023

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“Capire come poter concretamente costruire insieme il migliore futuro possibile per una filiera healthcare che è oggettivamente in evoluzione”.

In questo modo, Daniele Marazzi, Consigliere Delegato del Consorzio Dafne, ha riassunto il fil rouge che ha caratterizzato il convegno “Co-create the future: l’evoluzione dell’ecosistema healthcare” organizzato dallo stesso Consorzio all’interno della suggestiva cornice di Palazzo Mezzanotte, sede delle Borsa di Milano.

Il pool di esperti all’evento del Consorzio Dafne

Per cercare di costruire insieme la visione del futuro prospettata, Marazzi ha riunito un pool eterogeneo di cinque esperti:

  • Alberto Mattiello (Business Futurist)
  • Nino Cartabellotta (Presidente Fondazione GIMBE)
  • Alberto Redaelli (Coordinatore Sezione Bioingegneria DEIB Politecnico di Milano)
  • Giusella Finocchiaro (Avvocato, Professoressa Ordinaria Diritto Privato Università di Bologna)
  • Erika Mallarini (Associate Professor presso Government, Health and Not for Profit Department SDA Bocconi).

Il ruolo cruciale della tecnologia

Uno degli elementi della co-creazione futura sarà sicuramente la tecnologia.
Questo è stato il presupposto su cui ha sviluppato il suo intervento Alberto Mattiello, che lo ha aperto con una previsione che lui dice certa:

“Nei prossimi anni ricorderemo il quadriennio 2020-2023 come il periodo in cui si sono sviluppate tutte le tecnologie che cambieranno i contesti in cui viviamo e lavoriamo. È successo durante le grandi crisi del 2007-2008, quando si sono sviluppate tutte realtà tecnologiche più diffuse oggi (come Facebook, Twitter, Netflix e Bitcoin, ma gli esempi sono molteplici) e sta accadendo ora.

Grazie all’Intelligenza Artificiale, in particolare quella generativa, saranno abilitati molti nuovi modi per lavorare. Anzi, probabilmente, chiameremo lavoro qualcosa di molto diverso da come lo conosciamo oggi”.

Mattiello – nel suo intervento all’evento del Consorzio Dafne – ha poi messo l’accento sul fatto che, sempre grazie all’Intelligenza Artificiale, noi dialogheremo molto meglio con i nostri dati.

“Già oggi siamo bravi a raccogliere i dati – ha detto Mattiello –, ma il dialogo che avremo con questi dati in futuro sarà completamente diverso. Così, per esempio, potremo parlare con i PDF. Questo significa che si potrà chiedere a uno strumento come ChatGPT di riassumere un lungo testo scientifico scritto in una lingua sconosciuta. O magari di spiegarne chiaramente il contenuto, evidenziandone i punti chiave”.

Alberto Mattiello - Evento Consorzio Dafne 2023 - Co-create the future

Alberto Mattiello - Evento Consorzio Dafne 2023 - Co-create the future

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Alberto Mattiello – Evento Consorzio Dafne 2023 – Co-create the future (fonte: Consorzio Dafne)

Mattiello ha sottolineato come oggi ci siano già esempi che vanno in tale direzione.
Uno di questi è un’app specifica per il mondo scientifico che individua citazioni all’interno di documenti: esegue in tempo reale un lavoro che sinora richiedeva settimane, se non addirittura mesi. Analogamente, lo stesso lavoro di linguaggio naturale verso le macchine sarà applicato anche sui sistemi robotici. Così si potrà chiedere di fare qualcosa parlando normalmente, mentre ora servono mesi per sviluppare il codice adatto.

“Tutta questa rivoluzione sono convinto che ci libererà da una serie di attività che chiamiamo lavoro e che possono essere totalmente automatizzate, ma di cui non sentiremo la mancanza – ha concluso Mattiello –. Per capire come entrare in questa co-creazione, ogni organizzazione dovrebbe sin da subito adibire un luogo dove poter provare, sperimentare, mettere in discussione tutto quello che si fa oggi, utilizzando Intelligenza artificiale, Robotica e tutte le nuove tecnologie che stanno emergendo.

Lo stato di salute (e le malattie) del Sistema Sanitario Nazionale

Nino Cartabellotta ha fornito un’analisi dello stato di salute del Sistema Sanitario Nazionale (SSN), riprendendo la “diagnosi” fatta nel 2019, all’interno del quarto rapporto GIMBE.
All’epoca, il SSN era stato definito “un paziente cronico con patologie multiple”.

“La prima di tali patologie è assimilabile a un’insufficienza respiratoria cronica del tipo restrittivo – ha sostenuto Cartabellotta –. Questo deriva dal fatto che dal 2010 al 2019 la Sanità, intesa come finanziamento pubblico, ha perso circa 37 miliardi di euro. Come conseguenza, in tale periodo, il SSN ha ricevuto dallo Stato solo 8,8 miliardi, un incremento in percentuale inferiore a quello dell’inflazione. In pratica, in quei 10 anni il SSN ha lavorato, nelle migliori delle situazioni, in condizioni di isorisorse”.

La seconda malattia è assimilabile invece a un ipertiroidismo acuto con iperconsumo metabolico, “perché abbiamo troppa roba che non riusciamo a smaltire”, ha precisato Cartabellotta.

Questa puntualizzazione deriva dal fatto che il SSN ha un paniere troppo esteso di livelli essenziali di assistenza. Cartabellotta ha ricordato come, nel 2017, l’allora ministro Lorenzin aggiornò l’elenco delle prestazioni dei mezzi essenziali di assistenza, ovvero le prestazioni che le regioni devono garantire, gratuitamente o dietro pagamento del ticket, a tutti i cittadini in maniera uniforme su tutto il territorio nazionale. “L’aggiornamento era necessario perché le tariffe erano ferme dal 2001 – ha evidenziato Cartabellotta – ma ha creato una sorta di schizofrenia tra programmazione sanitaria e situazione finanziaria. Così, se l’obiettivo dei livelli essenziali di assistenza è fare in modo che i progressi della scienza e della tecnologia si trasferiscano equamente sulla salute di tutti i pazienti, e non solo sulle strutture d’eccellenza o in chi se lo può permettere economicamente, abbiamo fallito completamente”.

Nino Cartabellotta - Evento Consorzio Dafne 2023 - Co-create the future

Nino Cartabellotta - Evento Consorzio Dafne 2023 - Co-create the future

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Nino Cartabellotta – Evento Consorzio Dafne 2023 – Co-create the future (fonte: Consorzio Dafne)

La terza malattia è legata agli sprechi e all’inefficienza.

Erodono denaro pubblico e diminuiscono il value for money, cioè il ritorno in termini di salute delle risorse che abbiamo – ha sottolineato Cartabellotta –. Se abbiamo pochi soldi e una parte non li utilizziamo al meglio, è evidente che la capacità di migliorare lo stato di salute della popolazione diminuisce. Questo lo assimilerei al lupus eritematoso sistemico, una malattia autoimmune che viene da dentro e colpisce tutti gli organi e apparati. Possiamo infatti dire che gli sprechi si annidano a tutti i livelli: politico, organizzativo, generale e professionale”.

L’ultima malattia è piuttosto articolata e prende origine dalla gestione della spesa sanitaria.

Cartabellotta ha tracciato un panorama in cui sempre più di frequente “le assicurazioni intermediano fondi sanitari che usufruiscono di importanti agevolazioni fiscali, così che alcune prestazioni escono dal pubblico e vengono intermediate dalla spesa privata”.
A ciò si aggiungono una spiccata frattura tra le regioni che ha importanti riflessi in campo amministrativo e un impoverimento del capitale umano: le persone abbandonano il SSN perché si sono stancate o non sono sufficientemente motivate.

Quattro malattie, qual è la diagnosi?

Il nostro SSN è molto malato: è da codice rosso. E i fondi del PNRR rappresentano un prezioso organo da trapiantare nel paziente. “Ma attenzione – ha ammonito Cartabellotta nel corso del suo intervento all’evento del Consorzio Dafne – se non guardiamo le risorse del PNRR nell’ambito di un rilancio complessivo della sanità pubblica, rischiamo di usarle solo per fare un costoso lifting del Servizio Sanitario Nazionale.
Credo che il primo obiettivo della politica sia decidere in che direzione andare. Una volta scelta la direzione, si possono stabilire quante risorse servono, ma in un’ottica di rilancio progressivo del finanziamento pubblico, com’è avvenuto in altri Paesi europei”.

Start-up, un enorme potenziale da esprimere

Alberto Redaelli ha esplorato il concetto di bipolarismo, riferendosi anzitutto ai picchi di entusiasmo e profonda disperazione che si sono alternati durante il processo di creazione dei contenuti per la sua presentazione. Un bipolarismo per certi versi simile a quello che, spesso, si trova a vivere durante la sua attività al Politecnico di Milano.

La sezione da lui coordinata comprende circa 40 professori e circa 200 giovani dottorandi. Negli ultimi 6 anni, questa sezione ha dato vita a 6 spin-off, uno dei quali ha ricevuto notevoli investimenti.

Redaelli ha riflettuto sulle sfide affrontate dagli spin-off.

“Alcune di queste aziende hanno avuto successo, altre sono scomparse, mentre altre sono state acquisite da imprese più grandi – ha affermato –. Questo fa parte del ciclo naturale dell’innovazione, ma è anche motivo di preoccupazione, poiché i giovani dottorandi formati per la ricerca spesso lasciano questa carriera per entrare nel mondo delle imprese. È la storia universitaria e noi siamo un po’ delle fenici”.

Alberto Redaelli - Evento Consorzio Dafne 2023 - Co-create the future

Alberto Redaelli - Evento Consorzio Dafne 2023 - Co-create the future

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Alberto Redaelli – Evento Consorzio Dafne 2023 – Co-create the future (fonte: Consorzio Dafne)

Redaelli – nel corso dell’evento organizzato dal Consorzio Dafne – ha poi analizzato la situazione delle start-up in Italia, menzionando che ne sono state create circa 1.200. Questo è incoraggiante, ma è un numero significativamente inferiore rispetto al Regno Unito, che conta circa 6.000 start-up. “Un dato che suggerisce che ci sia ancora spazio per la crescita e il miglioramento nell’ecosistema italiano delle start-up”, ha commentato.

L’intervento si è poi concentrato sulle sfide e sulle opportunità dell’Italia sempre nel settore delle start-up.

L’Italia è un Paese con un’enorme produzione di brevetti – ha sostenuto Redaelli –, ma l’effettiva traduzione di questi brevetti in nuove imprese e innovazione è ancora in ritardo rispetto ad altre nazioni. La Germania e la Francia, per esempio, sono molto più avanti nell’indurre il loro sistema pubblico di ricerca a diventare più imprenditoriale”.

Redaelli ha chiuso il suo intervento con una discussione sulla necessità di fallire “occasionalmente” e di accogliere i fallimenti come parte integrante del processo di innovazione.

“Si sostiene che, a volte, il timore di fallire impedisca di intraprendere azioni audaci che potrebbero portare a innovazioni significative – ha dichiarato –. L’Italia ha bisogno di un approccio più coraggioso all’innovazione e di un sostegno più ampio alle start-up. Inoltre, il Paese dovrebbe muoversi più rapidamente per capitalizzare sul suo potenziale innovativo”.

I dati cuore della conoscenza e dell’innovazione tecnologica, ma devono circolare  

 I dati sono l’elemento fondamentale su cui si basa l’economia contemporanea e lo sviluppo dell’Intelligenza Artificiale.

Oggi nulla può prescindere dai dati – ha dichiarato Giusella Finocchiaro –, che possono essere di natura personale, non personale, sintetica o anonima. I dati sono il cuore dell’attuale conoscenza e dell’innovazione tecnologica. L’Intelligenza Artificiale stessa si nutre di dati, rendendoli indispensabili”.

Per diversi decenni si è principalmente discusso della privacy e del GDPR, ponendo l’accento sulla protezione dei dati personali come diritto fondamentale.

“Nel 1995 – ha precisato Finocchiaro –, la prima direttiva europea in materia di dati, definita come “direttiva madre”, includeva sia la protezione dei dati personali sia la circolazione dei dati. Sorprendentemente, l’Italia ha trascurato la seconda parte, omettendo di incorporarla nella sua legge sulla protezione dei dati personali”.

Giusella Finocchiaro - Evento Consorzio Dafne 2023 - Co-create the future

Giusella Finocchiaro - Evento Consorzio Dafne 2023 - Co-create the future

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Giusella Finocchiaro – Evento Consorzio Dafne 2023 – Co-create the future (fonte: Consorzio Dafne)

In linea con la visione europea, il GDPR non si occupa solo della protezione dei dati personali, ma promuove anche la libera circolazione dei dati, riconoscendo che questa è essenziale per il mercato digitale europeo e nella costruzione della sovranità digitale europea, secondo la dichiarazione di Ursula von Der Leyen.

“In Italia ­– ha sottolineato Finocchiaro nel corso del confronto del Consorzio Dafne  – c’è, invece, un approccio diffidente alla circolazione e alla valorizzazione dei dati, che comporta uno svantaggio competitivo a livello nazionale. La normativa italiana richiede un anonimato assoluto per la circolazione dei dati, una condizione difficile da soddisfare nel contesto digitale e non prevista dalle leggi europee”.

È però necessario prendere coscienza di questa sfida e cercare di superarla. Questo può avvenire grazie a strumenti e soluzioni nuove come, ad esempio, il data altruism (altruismo dei dati), “che consiste nel consenso per l’uso dei dati personali per finalità di interesse generale: particolarmente interessante se pensiamo, per esempio, alla ricerca scientifica che dovrebbe poter utilizzare, con le opportune misure di sicurezza, grandi quantità di dati così da essere realmente data-driven“.

“Anche nell’ambito giuridico, c’è uno spazio per creare nuove soluzioni che ci può sicuramente aiutare – ha concluso Finocchiaro –, ma in prospettiva quello che noi dovremmo sicuramente cercare di fare è allentare questi limiti, questi lacciuoli che sono sicuramente molto più italiani che europei. Perché l’Europa è andata in un’altra direzione”.

Filiera del farmaco, settore in profonda evoluzione

Erika Mallarini ha toccato vari aspetti cruciali legati alla filiera del farmaco, ma anche, più in generale, al settore sanitario in Italia e alla sua sostenibilità.

Riguardo a questo aspetto, oltre alle componenti  tradizionali, Mallarini ho sottolineato l’importanza di “un’altra sostenibilità”, quella economica.

“Oggi tutti i sistemi sanitari – non è solamente un problema italiano – stanno affrontando un momento di grande crisi, di profonda ridefinizione. Se la filiera healthcare non è sostenibile economicamente, e non è sostenuta, come può contribuire alla sostenibilità complessiva del sistema salute del Paese? – ha osservato Mallarini – . Se può essere semplice mapparne le cause, molto meno facile è trovare delle soluzioni, che di certo non possono essere concretizzate dai singoli soggetti, ma nemmeno demandate esclusivamente alla politica”.

Erika Mallarini - Evento Consorzio Dafne 2023 - Co-create the future

Erika Mallarini - Evento Consorzio Dafne 2023 - Co-create the future

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Erika Mallarini – Evento Consorzio Dafne 2023 – Co-create the future (fonte: Consorzio Dafne)

Mallarini ha inoltre ha sottolineato il peso della crisi economica, prevista ma amplificata dal Covid-19, che sta mettendo a dura prova le prospettive future del SSN.

“Un importante cambiamento è rappresentato dall’evoluzione del modello di offerta sanitaria – ha dichiarato Mallarini – con l’emergere di nuovi attori nel settore B2B, tra cui alcune start-up che stanno assumendo un ruolo significativo. Questi attori, nonostante possano sembrare simili a start-up convenzionali, stanno ridefinendo il panorama della fornitura sanitaria attraverso l’innovazione digitale e nuovi approcci terapeutici”.

Mallarini ha ricordato come il sistema sanitario italiano sia sottofinanziato, con un calo nei finanziamenti pubblici rispetto al PIL (da 7,7% a 7%), a differenza di molti altri paesi europei che investono di più nella sanità pubblica (anche fino al 9,9%). Questo ha portato a diverse riforme nei meccanismi di finanziamento in Europa, mentre l’Italia sembra non aver ancora intrapreso alcuna azione significativa in tal senso.

Un tema centrale è l’ibridazione dei sistemi sanitari, con il passaggio da modelli basati sulla sanità integrativa a quelli assicurativi o pubblici. Questo cambio potrebbe influenzare la supply chain e la distribuzione dei farmaci, con conseguenze significative per il settore farmaceutico.

Mallarini ha sottolineato “la necessità di adattarsi a questi cambiamenti e di adottare una prospettiva imprenditoriale più rischiosa, cosa che potrebbe essere inusuale in un settore sanitario noto per la sua stabilità e le regole consolidate. L’inflazione e l’aumento dei costi pongono ulteriori sfide e il governo non sembra essere in grado di fornire risorse finanziarie aggiuntive. La soluzione potrebbe quindi essere quella di adottare nuovi approcci e miglioramenti nei servizi per rispondere ai bisogni emergenti”.

Inoltre, emerge chiaramente la crisi delle risorse umane, con una percentuale elevata di medici che andranno in pensione nei prossimi dieci anni e una carenza di infermieri. Questo porta a cambiamenti nella struttura organizzativa della fornitura di servizi sanitari, in particolare quelli a livello territoriale.

Anche la diversità geografica dell’Italia, con differenze notevoli tra le regioni in termini di risorse e bisogni, ha un ruolo non marginale. Infatti, comporta l’obbligo di un adattamento dei servizi sanitari in base alle specifiche delle varie realtà.

“La co-creation tra gli attori del settore si propone come una risposta necessaria a queste sfide – ha concluso Mallarini all’evento del Consorzio Dafne –. È importante che le diverse parti interessate collaborino per affrontare i cambiamenti e migliorare l’erogazione dei servizi sanitari in Italia. A tal fine, per alcune realtà, potrebbe essere utile dimenticare di essere competitor per dar vita a una coopetition”.

Tante le sfide, ma anche nuove opportunità

Commentando gli interventi degli ospiti, Daniele Marazzi ha sottolineato come, durante tutto il convegno organizzato dal Consorzio Dafne, si sia chiaramente evidenziato il periodo di grande evoluzione che sta vivendo il Sistema Sanitario Nazionale.

Un periodo non facile, caratterizzato da molte sfide decisamente impegnative.

Daniele Marazzi - Evento Consorzio Dafne 2023 - Co-create the future

Daniele Marazzi - Evento Consorzio Dafne 2023 - Co-create the future

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Daniele Marazzi – Evento Consorzio Dafne 2023 – Co-create the future (fonte: Consorzio Dafne)

Tuttavia, ciascuno degli speaker ha evidenziato come, a fronte di problemi endemici o sorti più di recente, si siano anche create nuove opportunità su differenti versanti.

E la co-creation può essere un buon punto di partenza per giungere a efficaci risultati.

“Potremmo vedere questa evoluzione in modo un po’ passivo e subirla – ha concluso Marazzi –, oppure potremmo rimboccarci le maniche e provare a fornire il nostro contributo affinché l’evoluzione sia la più efficace e migliore possibile”.

Co-creare – ha sottolineato Marazzi – è più di un auspicio, direi quasi un’esortazione: solo dal confronto, dalla sperimentazione, dalla co-opetition (collaborazione tra competitor) si possono trovare risposte nuove laddove è ormai assodato non sono più efficaci – né torneranno a esserlo – quelle in cui ci eravamo abituati a confidare. E tutti siamo chiamati a dare il nostro contributo, a essere co-partecipi del cambiamento in atto”.

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