Un indubbio punto di forza: il poter contare sulla conoscenza e sull’expertise clinica e scientifica di uno dei più quotati ospedali al mondo, la Fondazione Policlinico Universitario A. Gemelli IRCCS.
Il Gemelli Digital Medicine and Health (GDMH) deriva, infatti, dall’ampliamento della filiera di ricerca del Gemelli, dal trasferimento tecnologico all’Open Innovation, con un occhio puntato principalmente sulla Medicina Digitale: un settore ora di enorme interesse sul versante scientifico e in evoluzione sul fronte regolatorio.
La mission dichiarata è implementare e rendere disponibili soluzioni globali di Digital Medicine & Health dotate delle giuste credenziali etiche, tecnologiche e regolatorie.
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Gemelli Digital Medicine and Health: identikit
Spin-off controllato al 100% dal Gemelli. L’onda portante che ha consentito la realizzazione del Gemelli Digital Medicine and Health si è basata sui risultati positivi nel contesto della progettualità europea o su iniziative di co-creazione tra accademia e industria: ciò ha convinto il management del Gemelli a investire sull’innovazione, attraendo al contempo i fondi necessari. Le attività sono iniziate a marzo 2022 e si sta lavorando all’acquisizione di risorse umane. L’obiettivo è di raggiungere 40-45 unità a fine 2023.
“Gemelli Digital non produce software ma, utilizzando strumenti innovativi, genera evidenze e conoscenze prevedendo anche un processo di validazione. Obiettivo: connotare software e device con tutti gli elementi necessari per ottenere la certificazione tecnologica e regolatoria” – ha affermato Alfredo Cesario, CEO GDMH.
Medicina digitale, l’importanza della validazione
Un’adeguata procedura di validazione scientifica è uno step necessario anche per fare in modo che le terapie digitali approdino sul mercato. Questi software sono azionati dall’esperienza clinica e si possono considerare come un principio attivo, sebbene non di natura chimica ma digitale: in quanto tali, devono essere sottoposti a una filiera di verifica della sicurezza e dell’efficacia. Passo obbligato affinché la conoscenza si trasformi in un prodotto prescrivibile.
“La nostra unicità è quella di mettere a punto una filiera di validazione delle conoscenze che andiamo a generare nel settore della Medicina digitale” – ha sottolineato al proposito il CEO GDMH.
Gemelli Generator, prima il lavoro sui dati
Gemelli Digital Medicine and Health è funzionalmente associato al Gemelli Generator, centro di ricerca del Gemelli Science and Technology Park (G-STeP). Opportunità da sfruttare fino in fondo per raccogliere, conservare e analizzare l’ingente quantità di dati generati ogni giorno da diverse fonti rendendoli comprensibili e fruibili nel completo rispetto della privacy, dell’integrità dei dati e della proprietà intellettuale, a beneficio di tutti.
La struttura si dota di strumenti di calcolo di ultima generazione e si delinea in 4 facilities:
- Epidemiologia e biostatistica: pianificazione e analisi statistica per gli studi clinici
- Raccolta dati: raccolta e gestione dei dati clinici
- Bioinformatica: dalla multi-omica fino al design di nuovi farmaci
- Real World Data: Intelligenza Artificiale e big data processing per l’elaborazione di modelli predittivi.
Open Innovation per entrare nel mercato
Gemelli Digital Medicine and Health si propone di portare le sue logiche al di fuori dell’accademia, a contatto con il mondo delle imprese.
Uno dei primi passi in questa direzione è stato entrare in MIND Federated Innovation (collaborazione pubblico-privato cui partecipano aziende anche del settore Life Sciences e Healthcare, ndr) aprendo un ufficio presso l’Innovation District di Milano.
GDMH offre percorsi di co-creazione e co-sviluppo agli attori accademici e industriali in ottica Open Innovation. Supporto anche alle startup per facilitare la R&D e l’accesso al mercato: occorre certificare e validare con le dovute credenziali i nuovi prodotti Digital Medicine.
Gemelli Digital Medicine and Health: le due linee di sviluppo
Le attività GDMH si svolgono in due grandi ambiti.
- Il primo riguarda i prodotti derivati da modelli innovativi di analisi come il Machine learning. Si intendono creare modelli predittivi, biomarcatori digitali, digital clinical endpoints, cioè nuove informazioni e strumenti che possano, con ulteriori solide evidenze, sostenere la ricerca clinica, anche sul fronte dei farmaci tradizionali
- La seconda linea parte dall’idea di far dialogare ingegneri, matematici e fisici con i medici.
“I medici – ha osservato a tal proposito Alfredo Cesario, CEO GDMH – raccontano agli ingegneri come la loro attività potrebbe essere migliorata con uno strumento digitale. Dall’altro lato, vediamo come i medici, a contatto con l’innovazione, inizino a pensare in modo innovativo. Questo dialogo aperto crea modelli innovativi di cura, anch’essi da inserire nel processo di validazione. Tipicamente, questa linea di prodotto viene sviluppata insieme all’industria farmaceutica, ma sono presenti collaborazioni anche con il settore assicurativo”.
Un esempio: la medicina digitale personalizzata nella gestione urgenze
Il paradigma Open Innovation può catalizzare il passaggio dalla medicina personalizzata a una medicina personalizzata digitale, come avvenuto in un ospedale di ricerca di grandi volumi quale la Fondazione Policlinico Universitario “A. Gemelli” IRCCS durante la pandemia Covid-19.
In un lavoro del 2022, lo stesso Cesario e collaboratori notarono come il case study si adoperi nella conferma del fatto che le strategie Open Innovation possano aiutare a gestire le urgenze del settore sanitario raggiungendo nel contempo un’innovazione responsabile e orientata alla sostenibilità (Cesario A et al. Open Innovation as the Catalyst in the Personalized Medicine to Personalized Digital Medicine Transition. J. Pers. Med 2022, 12(9):1500).